Emanuela De Franceschi
"Cerco nuove armonie che contemperino la Classicità con l'arte informale. Cerco di restituire frammenti di quella bellezza che vedo ovunque intorno a me. Il mio viaggio non ha una meta è meta esso stesso"
È nata a Roma, vive e ha lo studio ai Castelli Romani, fa studi umanistici e si laurea in lettere, e contemporaneamente coltiva l'approfondimento delle tecniche artistiche, Frequenta lo studio di Melkiorre Melis e di Silvio Bicchi, La Scuola del Nudo presso L'Accademia di Belle Arti a Roma e sempre a Roma, La Scuola Di Fumetto. Per un lungo periodo la sua è una pittura figurativa. Nel 2012 una pausa la spinge a riconsiderare la natura del proprio percorso. a lavorare sulla scomposizione delle immagini e poi sulla loro ricomposizione. Inizia così una serie di cicli, nel 2013 le Interferenze a cui seguono Gli Echi, le Passate Stagioni, le Contaminazioni Plastiche e Metarmoniche Visioni
L'apprezzamento viene anche dalla critica: A. Barretta, F. Bogliolo, G. Faccenda, E. Pecora, D. Pronestì, G. Puntelli., D. Radini Tedeschi, G. Sprovieri, C. Strinati, e altri. Espone in collettive in Italia e all'estero a Berlino, Londra, Malta, Tirana, Assuan, Abu Dhabi, Plovdiv, Kavarna, Montecarlo. e in personali, in spazi privati e luoghi istituzionali, nel palazzo Comunale di Anghiari, nella palladiana Villa Badoer a Fratta Polesine, a Rovigo nella Pescheria Comunale, a Ventimiglia nella Fortezza dell'Annunziata, al MAR che accoglie una sua opera per la collezione di arte contemporanea. a Berlino nella galleria Lacke & Farben, dove, all'inaugurazione interverrà l'ambasciatore italiano, Sua Eccellenza Luigi Mattiolo. Nel 2020 pubblica una Monografia, per la collana Signa Artis edita da Mondadori, a cura di Francesca Bogliolo. È presente su cataloghi d'arte e pubblicazioni edite da Mondadori, Rubettino e altri.
...Le opere di Emanuela de Franceschi nascono da un lavorio sottile e profondo. Prima ancora da un’inquietudine che va discostandosi dalle ombre che la minacciano e cerca le proprie ragioni nel tempo dell’umano e del terrestre, impasto di presente vivo e pulsante e di indissolubile passato. E solo in un tale impasto si compie e configura quel che diciamo “eterno”, ossia quel che dai primordi della civiltà connatura l’esperienza umana. Dove mai cercare le ragioni se non in quel mistero pure luminoso del divino? qui gli dèi sono quelli insieme terribili e felici della Grecia. Hillman, in anni recenti, ha efficacemente provato come gli antichi dèi, per quel che rappresentano e simboleggiano, abitano tuttora nei nostri cieli e nelle nostre giornate. Chi osa negare che governano le nostre vicende creature olimpiche come Hermes e Afrodite, l’Amore e la Comunicazione? Ma Emanuela de Franceschi va oltre le mitologie e i rimpianti di un’età aurea. I suoi volti, i suoi corpi, pure nella grazia e nell’armonia delle membra, nella compostezza prassitelica dello svelamento, sono come dimentichi degli alti poteri, fissano con i grandi occhi attenti lontananze perdute, sono toccati anche loro dalle leggi degli uomini che fanno la precarietà e la morte umana.... Potrebbero essere reperti di una gloriosa archeologia... Sono invece attori e momenti di un teatro di emozioni e di percezioni, di svelamenti e di nascondimenti dove la pittura arriva ad essere rivelazione e stupore, pensiero che s’interroga e segreto godimento.
GEOMETRIE VARIABILI
Tecnica mista su cartone, cm 50 x 50, 2023
Testo di Elio Pecora
