Massimo Orsini
Nasce nel 1967. Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Lecce e tecniche incisorie sperimentali alla Scuola Internazionale di grafica di Venezia. Nel 1993 insegna tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Dal 1992 al 1995 fa parte del gruppo di ricerca contemporanea La provincia artistica operante nel Salento. Dal 2001 insegna Anatomia Artistica ed Elementi di Morfologia all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove propone un nuovo programma di ricerca di natura semiotica e simbolica sul corpo in relazione all’opera dell’artista.Tale percorso, di natura contemporanea, più nel senso letterale che critico del termine, richiama l’attenzione sulla necessità di avviare gli allievi ad una ricostruzione interiore del senso etico ed estetico dell’opera relativamente al proprio corpo. Negli stessi anni elabora e sperimenta un nuovo metodo di disegno creativo al buio programmato in fasi prefissate che mira allo studio della formazione in rapporto alla formatività. Tali studi sono raccolti nei saggi Il corpo del segno e Forma e anima. Dal 2008 presenta un nuovo pro- gramma di ricerca sperimentale nel Biennio di ArtiVisive e nuovi linguaggi espressivi collaborando negli anni 2008 e 2009 alla fondazione della nuova sede dell’Accademia di Belle Arti presso il Centro per l’arte contemporanea L. Pecci di Prato, dove propone una didattica sperimentale attraverso un’azione artistica multimediale. Negli anni 2013/2014/2015 ha curato, insieme a M. Raffaele e V. Ventimiglia, “STARTpoint – DISEGNO CONTEMPORANEO”, Accademia di Belle Arti di Firenze. Espone in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero.Vive e opera a Firenze.
Massimo Orsini sperimenta nuove soluzioni coniugando tecniche innovative con tecniche tradizionali. Le immagini nate da questo originale connubio annullano il tempo e lasciano spazio al pensiero, che libero si distende oltrepassando i convenzionali schemi della mente, per attingere a una dimensione dove tutto sembra essere un punto di domanda. Persino questo guerriero, di cui non riusciamo a vedere il volto, perché coperto da un cappuccio e da una spessa sciarpa, è un mistero impenetrabile e una domanda aperta. Chi si nasconde sotto quella corazza moderna? Chi si cela sotto quella veste, che in qualche modo rievoca quella del membro di una confraternita o di una società segreta? Il guerriero tace, ma si esprime per simboli, per strutture elementari che rimandano all’universo infinitamente piccolo della chimica, dove le molecole, combinandosi fra loro, danno corpo e forma alla materia. Il guerriero potrebbe dunque essere uno scienziato alle prese con la formula segreta di una miscela, magari da impiegare in una sofisticata arma di distruzione di massa. Un gas in grado di polverizzare intere popolazioni e radere al suolo intere città. In fondo, oggigiorno, le battaglie si combattono silenziose, non già con il rumore metallico delle spade ma con la muta ferocia della tecnologia e dell’energia atomica, la cui radioattività non soltanto sfigura il volto, ma annulla ogni senso di responsabilità. Forse per questo il guerriero, per Orsini, è appunto invisibile. Ne avvertiamo soltanto l’inquietante presenza. Sinistra e straniante insieme.
GUERRIERO INVISIBILE
Stampa jnkjet, incisione e disegno su trasparente e carta Canson, cm 21 x 29.7, 2023
Testo di Michele Lasala
