Pier Tancredi De-Coll’
Pier Tancredi De-Coll’, torinese (classe 1959) è un pittore di impianto espressionista che si è formato frequentando l’atelier dell’artista torinese Serafino Geninetti. Ha esordito come vignettista per i quotidiani Stampa Sera e La Stampa (1982-1995) con oltre 1.000 pubblicazioni.
Nel 1986, con lo scrittore Federico Audisio di Somma (Premio Bancarella 2002) ha realizzato il libro di disegni e poesie Femmes, Donne Elettriche con la prefazione di Gianni Versace.
Su questo percorso artistico è stato scritto il libro Pura Pittura (Gli Ori) curato dalla Presidente dell’Accademia Albertina Paola Gribaudo e scritto da Federico Audisio di Somma (presentato al Salone del Libro 2017). Nel 2018 la Città di Arezzo gli ha dedicato una mostra antologica presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, a cura di Liletta Fornasari.
Suoi lavori sono stati selezionati per il Premio Sulmona, ricevendo nel 2022 la Menzione D’Onore della Giuria presieduta da Vittorio Sgarbi. Ha recentemente aderito alla corrente romana dell’Effettismo, promossa da Francesca Romana Fragale. E’ membro della Consulta dell’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura. Un suo lavoro è stato esposto nel 2024 alla Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, nell’ambito della prestigiosa mostra D’Annunzio e la Cina.
Le sue opere sono esposte in permanenza presso numerose gallerie italiane e sul suo lavoro si sono espressi critici e personalità del mondo dell’arte come Liletta Fornasari, Cosimo Savastano, Paola Gribaudo, Vittorio Raschetti, Antonio Perotti, Duccio Trombadori.
Si avverte, guardando le opere di Pier Tancredi De-Coll’, una strana sensazione di malinconia, dovuta forse alla consapevolezza che tutto ha una fine, e che allo scorrere del tempo non c’è alcun possibile rimedio. Tale sensazione si avverte proprio guardando le sagome di quegli uomini anonimi e senza volto che, come colorati coriandoli, vanno a popolare il caleidoscopico spazio della pittura di De-Coll’. Sono uomini che camminano, che si incontrano, che si danno appuntamento; uomini seduti, uomini che chiacchierano, che aspettano, che desiderano, che vanno e vengono nei non-loghi delle nostre città, che si riuniscono per trascorrere una piacevole e intima serata insieme, tra le apollinee note di un pianoforte e un dionisiaco calice di vino. Scene di ordinaria quotidianità – come in questo “Carousel” – da cui però balugina, come una scintilla, il pensiero malinconico e oscuro della finitudine; la tragica consapevolezza che in fondo ogni momento è transitorio. Quegli uomini sono infatti già sagome indistinte, prossime a diventare ombre nella notte, dove ogni cosa perde i contorni e si annulla nell’indifferenziato. Le multicolori silhouettes che sfarfallano nei fotogrammi di vita di De-Coll’ sono come bagliori: appaiono e poi scompaiono nello spazio dell’esistenza, spettri nell’eterno ritorno della vita, nell’eterno ritorno dell’eguale, nell’eterno alternarsi della luce e del buio, nella perenne lotta tra essere e nulla. Fantasmi impalpabili che però raccontano storie dentro una pittura fatta di macchie colorate come quelle che possiamo osservare guardando il mondo attraverso un vetro distorto o smerigliato.
CAROUSEL
Acrilico su tela, cm 70 x 100, 2023
Testo di Michele Lasala
