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Zhao Zengyi

Zhao Zengyi è nato a Jinan nel 1999 e si è laureato al California Institute of the Arts. Ha inoltre conseguito un master presso l'ArtCenter College of Design. È un artista che utilizza principalmente la fotografia e il video come metodo creativo. Le sue fotografie esprimono una forte critica dell'inautenticità e dell'alienazione portate dal capitalismo e dal consumismo, descrivendo il rapporto dell'individuo con le mutevoli condizioni sociali. Nel suo lavoro visualizza le connessioni tra la vita individuale e le grandi narrazioni, riflettendo sull'impatto di diversi fenomeni socioculturali come la modernità e lo spettacolo. Il suo lavoro è stato esposto a livello nazionale e internazionale: al Three Shadows Photography Art Center (CHN), alla SEOUL International Photographic Exhibition (KOR), alla The Boomer (UK) e alla LA ArtCore e 4C Gallery di Los Angeles.

Nel gruppo "Of Course, Still Here", ha creato un'immagine da 400 megapixel utilizzando una fotocamera di medio formato e la tecnologia pixel shifting. Componendo e manipolando decine di fotografie, comprime il tempo e lo spazio in un'unica fotografia. Quello che sembra un paesaggio autentico, nasconde invece una miriade di composizioni e modifiche artificiali. L'artista cerca di creare uno spazio tra il regno dell'esistenza e l'illusione fotografica. Questi paesaggi mostrano una vasta realtà artificiale plasmata dall'immaginazione collettiva e dalle regole: queste fotografie mettono in discussione l'esistenza e l'autenticità dell'individuo nell'atto del consumo.

Lo sguardo derivato dall'intrattenimento, una forma di "merce" che costituisce la società contemporanea, è aggressivo perché il capitalismo ha la tendenza a mercificare tutto, un processo che spesso porta a un conflitto di dicotomie tra persone e cose o a una sottomissione unilaterale. Le merci rappresentano l'autorità, l'autorità della tecnologia, l'autorità della pianificazione sociale, che guida ed educa le menti dei consumatori. Sotto l'azione e il "motore" del commercio, emergono paesaggi artificiali che attendono di essere guardati. L'illuminazione del paesaggio crea accuratamente un senso di mistero e sublimità nell'attesa, e la relazione tra lo spettatore e l'osservato è inventata, prodotta e commercializzata in questo modo.

I suoi soggetti spaziano tra paesaggi naturali e urbani, ma l'artificialità che li sottende è la stessa."...Se l'esperienza dei primi esploratori che entravano nelle grotte era sublime, ora la mia esperienza è stata sostituita da uno spettacolo...". Era a Carlsbad, ma era come se fosse in cima alla collina del Dodger Stadium a guardare il carnevale rumoroso, l'illuminazione particolare, le strade strette e affollate a senso unico e le descrizioni audaci sui cartelli: tutto sembrava stimolare il suo sguardo, guidare il suo cammino, catturare e fotografare ciò che stava vedendo. Questo sguardo é onnipresente nella sua vita e nel suo processo creativo, come se vedesse tutto riformulando però la realtà, completamente, verso altre direzioni.

Per lui, il processo di ripresa è un'osservazione critica di queste scene e una decostruzione delle esperienze vissute. Ha partecipato, sentito e forse goduto (secondo le riflessioni che fece McLuhan), degli eventi che lo hanno toccato, formato, contaminato molto profondamente (quasi, fisicamente). A chi non piace camminare in una grotta o andare a un concerto e catturare qualche Pokémon virtuale? Cosa accadeva poi, in lui, al di fuori di queste circostanze apparentemente naturali? È affascinato da questi eventi e dalla realtà sociale che si cela dietro di essi: vuole registrare e preservare questa esperienza presente e complessa; vede e sperimenta dal punto di vista del partecipante, ma vuole fare un passo indietro e vivere l'esperienza stessa mentre la fotografa. Come dice Sontag a proposito della fotografia: "La fotografia è in realtà l'esperienza catturata, e la macchina fotografica è il braccio migliore teso da una coscienza affamata". La modernità del pensiero di Bauman può essere trovata in queste fotografie, dove non solo le persone e il capitale sono in uno stato di "mobilità", ma anche l'esperienza, che è presente nei processi di consumo e di turismo, cambia quando cambiano le narrazioni collettive.

Il titolo Of course I am still here è ispirato al nome della navicella SpaceX "OCISLY" (Of Course I Still Love You), che fa riferimento al romanzo di fantascienza di Iain M. Banks. Il mondo viene descritto dalla navicella SpaceX che racconta l'esistenza della "civiltà": un'utopia interstellare in cui umani e macchine coesistono. In questo mondo anarchico, la tecnologia superiore fornisce un'abbondanza di beni materiali e ognuno può facilmente soddisfare tutti i propri bisogni senza possedere proprietà. I problemi della vita reale, tra cui le malattie e la morte, sono stati superati e la vita è così libera e piacevole che il gioco è diventato il più grande passatempo dell'uomo "civilizzato". Nel mondo contemporaneo del consumo differenziato, questo libro offre un riferimento a un possibile scenario sociale di "intrattenimento fino alla morte" per il nostro futuro. I corpi e gli sguardi dei consumatori si impadroniscono dello spazio e del tempo, le persone si muovono in una "iper-realtà" e il valore aggiunto del loro comportamento di consumo viene prodotto in serie per il consumo di un'unicità uniforme prodotta in serie.





OF COURSE, STILL HERE
Stampato su Hahnemühle Photo Rag® Satin, montato su pannello composito in alluminio, cm 130 x 100, 2023
Testo di Emanuele Gregolin

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