Anna Maria Saviano
Anna Maria Saviano (Caserta, 1982) ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, specializzandosi in Arti Visive. Negli anni ha preso parte a diverse collettive, come Magical Mystery Tour alla Wunderkammern di Roma, a cura di Marcella Ferro e Massimo Bignardi, a progetti nazionali, come 13 x 17 di Padiglione Italia a cura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert, ed internazionali, come Napoli@Beograd: Urban Connections. Nel 2010 è stata selezionata per il Premio Combat e il Premio Nazionale delle Arti; dello stesso anno è la personale In precario equilibrio, a cura di Pasquale Ruocco. Nel giugno 2011 partecipa alla 54ma edizione della Biennale di Venezia con il Padiglione Accademie; nel 2015 è invitata a presentare il suo lavoro al Premio Napoli nell'ambito “Arte & Linguaggi: nuove geografie della contemporaneità”; nel 2023 è finalista al Premio Basilio Cascella; nel 2024 è finalista al Premio Fondazione Amedeo Modigliani. Alcune delle sue opere sono state scelte da spazi istituzionali o pubblici, come il Palacongressi Oltremare, il Ponte di Capodichino, il Fondo Regionale d’arte contemporanea di Baronissi, e dal museo Cam - Casoria Contemporary Art Museum. Vive a Frattamaggiore (NA) e insegna Disegno e Storia dell’arte a Sarno (SA).
L’opera Strange Days di Anna Maria Saviano, con un linguaggio pittorico a metà strada tra narrazione e astrazione, cattura i momenti psicologici più sottili dell’esperienza contemporanea. L’immagine si articola su due livelli: nella parte inferiore vediamo una scena immersa nel verde, dove un bambino e un adulto, di spalle, sostano silenziosamente accanto a una staccionata bianca; nella parte superiore, invece, un’ampia campitura di rosso, intensa e turbolenta, sembra opprimere, oscurare o interrompere la realtà visibile.
Dal punto di vista visivo, la tensione dell’opera nasce proprio da questa costruzione nettamente contrapposta: in basso, il prato verde e la postura calma delle figure trasmettono dolcezza e quiete; in alto, il rosso, con la sua forte carica emotiva, introduce una tensione e un’inquietudine estranee. Qui il colore non è soltanto una scelta sensoriale, ma diventa un elemento strutturale della narrazione: il verde rappresenta la realtà e la quotidianità, mentre il rosso allude a emozioni segrete, a minacce latenti o a eventi improvvisi.
È significativo che le figure non si rivolgano allo spettatore, ma appaiano di spalle. Questa scelta compositiva priva chi osserva di un contatto diretto con i soggetti, ma lo conduce in una sorta di “sguardo da testimone”. La relazione tra le figure — un bambino e un adulto — rafforza l’apertura narrativa: sono padre e figlio? Maestro e allievo? Oppure semplicemente due sconosciuti che si incontrano nello stesso tempo e nello stesso spazio? Questa ambiguità costituisce la forza di Strange Days: lo spettatore non può fermarsi a un’unica interpretazione, ma è costretto a cercare una risposta nella propria memoria individuale e nell’esperienza collettiva.
Il termine “strano” qui non rimanda al bizzarro o al surreale, ma piuttosto a quei momenti quotidiani che vengono interrotti in maniera sottile: quando in uno scenario familiare si insinua improvvisamente un senso estraneo di incertezza. La Saviano, attraverso la giustapposizione di campiture astratte e figure concrete, rende visibile questa esperienza psicologica, facendo percepire allo spettatore le crepe e le disarmonie latenti della vita.
Da una prospettiva storico-artistica, Strange Days si colloca all’incrocio di molteplici tradizioni della pittura moderna e contemporanea: dall’atmosfera solitaria in stile Edward Hopper, alla tensione spirituale dei campi di colore di Rothko, fino alle ricerche degli artisti contemporanei tra narrazione e astrazione. L’originalità della Saviano sta proprio nel non scegliere né l’astrazione pura né il realismo integrale, ma nel combinare entrambi, creando uno spazio intermedio tra “memoria” e “realtà”, tra “narrazione” ed “emozione”.
Per questo l’opera di Anna Maria Saviano non è soltanto un’immagine, ma una vera e propria parabola psicologica. Essa ci ricorda che nei momenti apparentemente ordinari della vita quotidiana si celano spesso emozioni ed esperienze indicibili. Attraverso Strange Days, la Saviano invita lo spettatore a confrontarsi con le proprie percezioni e inquietudini, e a riscoprire, nello “strano”, il peso autentico della quotidianità.
STRANGE DAYS
Acrilico su tela,
cm 50x70,
2024
Testo di Pengpeng Wang
