Giorgio Conta
Giorgio Conta (nato a Cles nel 1978), scultore e pittore, vive e lavora a Monclassico in Val di Sole (Trentino). Cresciuto in un ambiente culturalmente stimolante, ha studiato presso la Scuola di Scultura di Ortisei, dedicandosi anche al disegno e alla pittura.
Ha realizzato numerose opere monumentali in Italia e all’estero, tra cui il monumento bronzeo di 5 metri per il Saint Mary Catholic Cemetery di Chicago, una scultura per l’aeroporto di Fiumicino e il monumento a Padre Kino a Segno in Trentino. Nel 2010 è stato ricevuto da Papa Benedetto XVI, al quale ha donato il bozzetto del gruppo bronzeo creato per il Santuario di Pietralba (BZ).
La sua ricerca artistica si concentra principalmente sulla figura, interpretata come forma onirica e misteriosa, legata agli enigmi dell’esistenza. Conta intende il “frammento” non come resto di un tutto perduto, ma come parte costruttiva capace di evocare una totalità ricomponibile, metafora dell’uomo contemporaneo interiormente “frammentato”. Le sue ispirazioni provengono spesso dalla natura dei boschi e delle montagne circostanti.
Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, tra cui il Lucca Center of Contemporary Art, il MUSA di Salò, Expo 2015 a cura di Vittorio Sgarbi, la Galleria Civica di Trento, oltre a fiere e rassegne internazionali come Context Art Miami, Contemporary Istanbul, Palm Beach Modern+Contemporary, Arte Padova, Art Verona e Lausanne Art Fair. Critici come Maurizio Vanni, Valerio Dehò, Paolo Levi e Pupi Avati hanno scritto del suo lavoro.
Prende vita e si riempie di spirito tutto ciò che tocca Giorgio Conta, raffinatissimo scultore trentino della Val di Sole. Il legno si traduce nelle sue mani in figure di uomini e donne senza tempo, destinate ad occupare uno spazio metafisico, ben oltre i confini del nostro. Quelle figure, dallo sguardo così enigmatico e sognante insieme, vivono e serbano storie che non ci è dato in alcun modo conoscere. Congelate dentro una dimensione assoluta, esse racchiudono gelosamente un mistero impenetrabile, un universo imperscrutabile che si insinua nelle labirintiche stratificazioni naturali del legno stesso. Il loro senso è dentro la materia, che respira e prende forma, come toccata da un soffio divino, dalle mani dell’artista. Conta si immerge, come un alchimista, dentro la natura per coglierne le leggi più nascoste, con le quali plasmare la materia trasformandola in puro spirito, e convertire magicamente la sostanza delle cose morte in vita che respira. “Signora con pelliccia” sembra compendiare la poetica di Conta, e si fa pertanto immagine perfetta dell’enigma della vita. Il suo silenzio è quello della Sfinge, e il suo mistero è quello delle divinità antiche, o quello di antiche civiltà di cui resta traccia e memoria soltanto nella materia inerte della pietra. Si ha questa sensazione guardando tutte le sculture di Conta: ci sembra quasi di essere davanti alle vestigia millenarie di civiltà scomparse, al cospetto di simulacri che si ergono a testimonianza di un passato orami indecifrabile. E come alfabeti sconosciuti, esse restano mute, custodendo in eterno, come dentro uno scrigno, una verità che forse non conosceremo mai. Al pari del corpo di questa donna, protetto dalla sua corazza di legno.
SIGNORA CON PELLICCIA
Legno,
cm 75x50x25,
2024
Testo di Michele Lasala
