Ignazio Fresu
Ignazio Fresu è nato a Cagliari dove ha iniziato la sua formazione artistica frequentando il locale Liceo Artistico per poi completare gli studi a Firenze all’Accademia di Belle Arti. Dal 1975 vive e lavora in Toscana. La sua poetica si prefigge di dare un volto alla bellezza dell’effimero e di ritrarre l’eterno inganno perpetrato dal tempo. A tal fine le sue installazioni scultoree giocano di continuo sulla percezione della reale consistenza delle strutture esposte. Rendendo così il senso della caducità delle cose, l’artista fa uso per le sue creazioni di materiali riciclati, rifiuti di lavorazioni industriali e scarti di un economia di consumo.
Dal 1973 espone in Italia e all’estero in mostre personali e collettive. Alcune sue installazioni sono esposte in permanenza a Firenze, Prato, Milano, Genova, Perugia, Cagliari, Vaiano (PO), Rovereto (TN), Montemurlo (PO), Parco del Chianti (FI), Parco di Montelisi (PI), Impruneta (FI), Guidonia Montecelio (RM), Arcevia (AN), Chiaramonti (SS) e all’estero a Belgrado, Berlino, Cuxaven, Funchal e La Valletta.
Cosa resta dei libri? Cosa resta dei tanti libri letti? Essi sono la nostra memoria, sono parte di noi anche se apparentemente sembra che di loro non resti niente. Appartengono al divenire e di essi resta l’immagine nella nostra memoria. Si trasformano in noi, diventano altro, non scompaiono nel nulla. L’idea che una cosa che è, che esiste, possa scomparire nel nulla nella convinzione che il divenire sia un uscire dal nulla e un ritornarvi, contraddice la legge fondamentale dell’ontologia: l’impossibilità che ciò che È diventi nulla.
L’installazione Quel che resta narra di libri che svanendo nell’abulia dei ricordi, perdendo apparentemente i contenuti stampati sulle pagine, si trasferiscono altrove continuando ad esistere dentro di noi in una dimensione differente, simile a ciò che avviene con l’arte. In arte l’approccio ma soprattutto la recezione è profondamente differente da ogni altro mezzo di comunicazione: viaggia sulle vie del cuore e non della ragione. Solo l’arte è in grado di muovere le corde emotive per giungere direttamente all’anima, saltando tutti quei meccanismi comunicativi di cui facciamo comunemente uso. L’esperienza riferita all’arte, impropriamente definita da termini come comunicazione, espressione, evocazione, forma, estetica, e che la sola parola “bellezza” riassume, capace di giungere direttamente al cuore.
QUEL CHE RESTA
Resine e granulati inerti,
dimensione ambientale,
2024
Testo di Michele Citro
