Yang Li
Yang Li è nata a Chengdu e attualmente vive a New York. La sua pratica artistica abbraccia pittura, installazione e fotografia, intrecciando sensibilmente arte, ricerca e insegnamento. Nel 2022 ha conseguito il master presso la Rhode Island School of Design, nel 2018 si è laureata allo Slade School of Fine Art di Londra e nel 2016 ha ottenuto il bachelor in Belle Arti presso l’Academy of Art University di San Francisco. Le sue opere nascono spesso ai confini tra memoria, sogno e percezione: la scala si espande, il significato affiora lentamente, come un vetro in trasformazione, sospeso in una condizione di incertezza. Fortemente influenzata dalla filosofia e dalla psicologia, l’artista indaga le strutture silenziose che giacciono sotto le emozioni e il pensiero. È stata invitata a partecipare al progetto commissionato dal Freud Museum di Londra Secret of Soul, con un lavoro che rispondeva alla sottile qualità dell’inconscio. Continua a inseguire trame nascoste: laddove la razionalità si allenta, emerge un’altra forma di chiarezza.
L’opera di Yang Li Il Ricordo – Rosso si sviluppa attraverso una narrazione cromatica intensa e densa, intrecciando l’esperienza emotiva individuale con i codici della memoria collettiva. La superficie pittorica è quasi interamente pervasa da molteplici tonalità di rosso: rosso ardente, rosso vellutato, rosso profondo. Ne scaturisce una tensione duplice, fluida come il sangue ma al tempo stesso solida come un muro. Il rosso, sin dall’antichità, porta con sé molteplici valori simbolici: vita e morte, passione e violenza, amore e dolore. Yang Li non lo utilizza come semplice colore decorativo, ma lo spinge al limite, trasformando la tela in uno spazio di memoria rossa. Nell’atto della contemplazione, lo spettatore è condotto a evocare tanto la fisicità della carne e delle ferite, quanto le braci ancora calde lasciate dal ricordo nelle profondità dell’anima.
La composizione non si sviluppa in un fluire continuo, bensì attraverso tagli e sovrapposizioni geometriche e blocchi di colore. Crepe e pieghe affiorano sulla superficie, alludendo alla frattura e all’incompletezza insite nella memoria stessa. Essa non è una linea temporale ininterrotta, ma un montaggio di frammenti, fenditure e residui. Qui il rosso è al tempo stesso consistenza carnale e collante che unisce le discontinuità della memoria.
La tavolozza e i gesti pittorici dell’artista evocano una sorta di “violenza materica”: il rosso denso si deposita sulla tela come una stratificazione, generando un senso di oppressione quasi tangibile. Tuttavia, grazie alle sfumature e alle ambiguità spaziali, emerge una qualità psicologica più morbida e vulnerabile. Lo spettatore si trova oscillante tra il dolore della ferita e il calore dell’affetto, vivendo un’esperienza emotiva complessa e contraddittoria. Attraverso la riduzione cromatica e la frattura formale, l’opera rivela la natura complessa della memoria come sedimentazione dell’esperienza: essa è al tempo stesso cicatrice indelebile e traccia vitale ancora pulsante. Qui il rosso non è più soltanto un colore, ma diventa la “materia” stessa della memoria: densa, inevitabile, eppure intrisa di calore.
IL RICORDO - ROSSO
Olio su tela, cm 91.44x91.44, 2024
Testo di Emanuele Gregolin
