Yu Andong
Yu Andong, dottore, professore e supervisore di dottorato presso la Beijing Normal University; insignito del titolo di “Oriental Scholar”, è membro dell’Associazione degli Artisti Cinesi, della Società Cinese di Pittura a Olio, della Società Cinese di Educazione Artistica e critico presso la Base Nazionale di Critica Letteraria e Artistica. Ha pubblicato oltre 60 articoli accademici in Cina e all’estero, più di 10 monografie, e condotto 4 progetti di ricerca a livello provinciale e ministeriale. Le sue principali aree di ricerca sono: creazione e insegnamento della pittura a olio, ricerca teorica e didattica del disegno, studi sullo sviluppo dell’arte figurativa occidentale e ricerca sulla pratica dell’educazione artistica.
Nell’esplorazione pittorica contemporanea, l’opera di Yu Andong Spazio atmosferico – Cielo, Terra, Persone si distingue per un linguaggio che unisce realismo ed espressione simbolica, offrendo un quadro complesso e profondo della relazione tra l’“uomo” e lo “spazio”. Al centro della tela, una figura femminile nuda siede davanti a un muro di mattoni in rovina; i confini tra il corpo e lo sfondo si fanno incerti, parte della pelle sembra sfaldarsi, dissolversi, fondendosi con le pareti scrostate. Questo effetto visivo non è solo un espediente tecnico, ma anche un segnale concettuale: l’individuo non esiste in isolamento, bensì si forma e si consuma costantemente nell’intreccio con l’ambiente, la storia e la civiltà.
Il titolo “Cielo, Terra, Persone” richiama la cosmologia della filosofia cinese: l’unità di cielo, terra e cuore umano. Nell’opera, “l’uomo” appare con un corpo nudo, simbolo dell’origine naturale e della vulnerabilità; la “terra” emerge attraverso le pietre ruvide e i resti del muro, rappresentando il peso della storia e della materia; il “cielo” si intravede nello sfondo grigio e rarefatto, presenza invisibile ma onnipervadente. I tre elementi non si giustappongono parallelamente, ma si compenetrano: le texture fratturate del corpo e del muro si intrecciano, come se “l’uomo” fosse in una condizione transitoria tra cielo e terra.
Il nudo femminile, tema continuamente riscritto e discusso nella storia dell’arte, è qui un motivo ricorrente nel linguaggio visivo di Yu Andong. Il corpo è al tempo stesso rappresentazione realistica e frammento decostruito. Parti del volto e del petto appaiono “scrostate”, dissolvendosi nello sfondo: uno stato corporeo incompleto che allude al logoramento dell’individuo tra storia, memoria e realtà. Diversamente dai nudi idealizzati della tradizione, questo corpo appare come un’“esistenza simbolica”, portatrice di significati legati alla fragilità, alla scomparsa e alla resistenza.
La spazialità dell’opera è intensa e contraddittoria. Il muro sullo sfondo si sgretola come rovina di una civiltà; le rocce in primo piano, fredde e dure, enfatizzano la morbidezza e la vulnerabilità del corpo. La figura, collocata tra macerie e pietre, sembra priva di appoggio, eppure siede saldamente, fissando lo spettatore. Questa tensione spaziale trasforma il quadro in un’allegoria visiva della “condizione esistenziale”. Lo sguardo della donna, diretto e silenzioso, è al tempo stesso un interrogativo e una quiete che trapassa il tempo. Ella è insieme individuo dell’“hic et nunc” e simbolo della condizione umana. Di fronte a questo sguardo, lo spettatore è inevitabilmente coinvolto in una riflessione: come può l’uomo collocarsi tra cielo e terra? Tra frammentazione e generazione, come si afferma l’esistenza individuale?
Spazio atmosferico – Cielo, Terra, Persone attraverso l’intreccio di corpo, spazio e materia, mette in scena una polisemica allegoria dell’esistenza.
SPAZIO ATMOSFERICO - CIELO, TERRA, PERSONE
Acrilico su tela,
cm 50x70,
2024
Testo di Emanuele Gregolin
