Zhang Yan Vittoria
Zhang Yan Vittoria, nata a Pechino nel 1972, è un’artista indipendente di pittura minerale (yan cai), attiva tra Pechino e Treviso, vicino a Venezia.
Nel 1995 si è laureata in Letteratura Cinese presso l’Università Normale dell’Est della Cina a Shanghai e ha lavorato come giornalista e redattrice per la rivista Fashion. Dal 2000 al 2003 ha vissuto in Iran, dove ha studiato la miniatura persiana; nel 2003 ha proseguito la formazione presso la Scuola di Mosaico di Spilimbergo (Italia), specializzandosi nella tecnica del mosaico classico italiano. Nel 2018 si è diplomata in Interior Design presso la Raffles Design Institute di Singapore e nello stesso anno ha proseguito gli studi presso l’Università di Derby (Regno Unito), dove si è laureata con il massimo dei voti.
Dal 2020 al 2021 ha frequentato il corso avanzato di pittura minerale presso la Società Cinese di Pittura Yan Cai, avviando così la sua produzione con questo linguaggio. Successivamente ha compiuto più volte viaggi di raccolta nelle montagne Wuyi (Fujian) e nello Xinjiang, utilizzando nelle sue opere sabbie e terre colorate raccolte personalmente. Dal 2023 al 2025 ha seguito i corsi avanzati di pittura minerale presso l’Accademia d’Arte Li Keran, approfondendo ulteriormente la sua ricerca. Nel 2021 ha partecipato alle attività di copia dal vero degli affreschi di Kizil nello Xinjiang, e una sua opera è entrata nella collezione del Museo di Kizil.
Le sue opere sono state presentate in numerose mostre ed hanno ricevuto importanti riconoscimenti: nel 2024, Direzione ha vinto il secondo premio alla 4ª edizione del Concorso di Arte e Design Contemporaneo “Territorio·Integrazione”; nello stesso anno, Sopra la montagna è stata selezionata per la 2ª Biennale “Pensiero Materialista” dell’Università Tsinghua. Nel 2025, con l’opera Memoria Fossile, ha ricevuto il Premio Artista dell’Anno alla Mostra Internazionale d’Arte di Firenze “Simbiotica Poetica”.
La serie di opere in pittura minerale di Zhang Yan utilizza materiali naturali per indagare le relazioni profonde tra uomo e natura, materia e spirito. Simbiosi n. 5 rappresenta un momento centrale di questa esplorazione. L’opera, dominata da un rosso ardente, è composta da nove unità circolari disposte in un ritmo regolare: richiamano tanto i pianeti e i soli dell’universo quanto le cellule in simbiosi osservate al microscopio. Servendosi della consistenza materica e della forza cromatica della pittura minerale, Zhang Yan costruisce una parabola visiva sul concetto di “勼” (simbiosi, aggregazione).
I nove cerchi dell’opera si comprimono e si sostengono reciprocamente; i confini, al tempo stesso netti e permeabili, creano una forte tensione e un senso di interdipendenza. Il cerchio, uno dei simboli più antichi, evoca il sole, la vita e l’eternità, ma anche l’archetipo del ciclo cosmico. Attraverso stratificazioni di materiali minerali, Zhang Yan ottiene una superficie ruvida e frammentata, mentre il rosso si manifesta in differenti livelli, irradiando un’energia simile alla roccia vulcanica. Qui la “matericità” non è soltanto esperienza visiva, ma un richiamo tattile, come se la sostanza stessa respirasse.
Il linguaggio cromatico di Simbiosi n. 5 è incentrato sulle diverse gradazioni di rosso: la sua intensità non esprime una singola emozione, ma diventa metafora universale di vita ed energia. Le sue sfumature creano un campo energetico in movimento, allusivo al calore, al dinamismo e alla generazione: come le braci del Big Bang, o come la lava che ribolle nelle profondità della terra.
Anche la scelta del titolo rivela un’attenta riflessione: il termine “勼”, in cinese arcaico, significa “aggregare, unire”. Zhang Yan lo adotta come titolo della serie per sottolineare la sua attenzione alle relazioni simbiotiche: la posizione dell’individuo nel tutto, l’interconnessione della vita nell’universo. Nell’ambiente visivo creato dall’opera, lo spettatore percepisce sia la presenza dell’“individuo” sia la forza dell’“insieme”. Questa tensione dialoga con le attuali riflessioni globali su “differenza e integrazione”, “individuo e collettività”.
La pittura minerale di Zhang Yan affonda le radici nella concezione materiale orientale, ma al tempo stesso si apre alle ricerche contemporanee sulla medialità e sulla dimensione concettuale. Simbiosi n. 5 supera la mera decoratività formale, trasformando le proprietà naturali della materia in metafora filosofica. L’opera non si limita a colpire per la potenza cromatica, ma conduce lo spettatore a meditare sull’esistenza, sulla vita e sul rapporto tra uomo e cosmo.
SIMBIOSI NO.5
Terre colorate, pigmenti minerali, pigmenti artificiali, foglia d’oro su asse di legno e lino,
cm 100x100, 2024
Testo di Emanuele Gregolin
