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Emanuele Gregolin

Direttore artistico di A60 International Art, artista, fotografo, critico d'arte, studioso di storia dell'arte e curatore. Ha frequentato il Politecnico di Milano, dopo aver compiuto studi d'arte e musica. Dal 1990 è attivo nel campo dell'arte contemporanea in Europa, organizzando e partecipando a numerose mostre d'arte ed eventi culturali internazionali, oltre a occuparsi di pubblicazioni e progettazione di mostre per diverse istituzioni pubbliche e private. Attualmente è consulente culturale e artistico del Comune di Novate Milanese, caporedattore della sezione cultura e arte del quotidiano DietroLaNotizia.eu e artista le cui opere sono presenti nelle collezioni permanenti di differenti musei e fondazioni d'arte italiane ed europee.



Risonanze oltre i confini: la forza generativa della cultura nell'Annuario d'Arte Contemporanea Cina-Italia

Nel continuo fluire del contesto artistico globale, la pubblicazione dell'Annuario d'Arte Contemporanea Cina-Italia rappresenta un gesto culturale prezioso e raro. Non è soltanto un annuario di carattere documentario, ma un dialogo interculturale in atto, un'azione collettiva che attraverso la pratica artistica ridefinisce il significato stesso di “contemporaneità”.

L'Annuario riunisce cinquanta artisti provenienti dalla Cina e dall'Italia, indipendenti nei loro linguaggi, nelle forme e nei pensieri, ma accomunati da una tensione verso una struttura culturale più aperta. Sia nella rielaborazione dei simboli tradizionali da parte degli artisti cinesi, sia nella nuova percezione della materia e dello spazio proposta dagli artisti italiani, emerge un analogo interrogativo: come può l'arte contemporanea mantenere la propria autenticità “locale” in un contesto globalizzato?

Molte opere dell'Annuario rivelano una nuova grammatica visiva: i tratti orientali convivono con l'astrazione occidentale; il medium digitale dialoga con la fisicità artigianale all'interno della stessa opera. Questa intersezione e fusione costituiscono la realtà autentica dell'arte odierna. L'arte non è più una retorica del territorio, ma una riflessione profonda sul modo di esistere.

Nel corso degli anni di pubblicazione consecutiva, abbiamo continuato a interrogarci sul senso dell'Annuario d'Arte Contemporanea Cina-Italia, scoprendo che il suo valore non risiede soltanto nell'esposizione delle opere, ma nel processo di “traduzione reciproca” che esso promuove. Cina e Italia, due nazioni con tradizioni culturali millenarie, non vivono un semplice rapporto di “importazione-esportazione” nell'ambito dell'arte contemporanea, bensì una relazione paritaria, dinamica e in costante trasformazione.

Anche sul piano curatoriale ed editoriale, la struttura dell'Annuario riflette questa visione: gli artisti non sono disposti secondo criteri di nazionalità o di medium, ma secondo le linee concettuali del loro lavoro. Il lettore, sfogliando le pagine, percepisce il movimento del pensiero, non la contrapposizione delle culture. Questa de-territorializzazione strutturale è di per sé una manifestazione dello spirito dell'arte contemporanea.

A mio avviso, l'Annuario si pone anche come una forma di memoria storica. Il 2024 segna un punto di svolta globale: l'intreccio tra politica, ecologia e tecnologia ha condotto l'umanità in una condizione di incertezza senza precedenti. In tale contesto, il valore dell'arte non risiede soltanto nella ricerca estetica, ma nella capacità di offrire una via percettiva alla complessità del reale.

Le opere raccolte esprimono l'inquietudine per una “natura ammutolita”, il dubbio etico sulla creazione nell'Era dell'intelligenza artificiale, e la volontà degli artisti di opporsi, attraverso l'esperienza individuale, ai grandi racconti collettivi. Queste opere mostrano che l'arte contemporanea non è più soltanto sperimentazione formale, ma anche pratica etica e speculativa.

L'Annuario d'Arte Contemporanea Cina-Italia 2024 ci rivela una verità essenziale: il futuro dell'arte non appartiene a una singola cultura, ma allo scambio stesso. È in questo gioco di riflessi, in questa reciproca illuminazione, che si manifesta la coscienza di una comunità artistica sino-italiana. Non si tratta di un concetto geografico o politico, bensì di un'unione spirituale — una fede condivisa nella creatività, nella libertà e nella luce dell'umano.

Come spesso mi accade nel dialogo con molti artisti cinesi, comprendo che la vera arte contemporanea consiste nel “riconoscere se stessi attraverso l'altro”. E quest'Annuario è proprio quello specchio limpido e profondo in cui tale riconoscimento diventa possibile.

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