
Hu Panyun
Collezionista d’arte, allieva del celebre esperto e collezionista d’arte Ma Weidu, ha condotto studi approfonditi sulle iscrizioni su metallo e pietra delle varie dinastie cinesi. Da anni visita le comunità locali, accumulando una vasta esperienza nella raccolta e nello studio delle opere d’arte. Imprenditrice leggendaria dotata di rigore accademico e forte senso di responsabilità sociale, si è distinta non solo nel campo commerciale, ma anche come figura di spicco nel mondo del collezionismo artistico, grazie al suo sguardo unico e alla profonda cultura. Appassionata del patrimonio culturale immateriale della Cina, nonostante i suoi impegni imprenditoriali, si dedica costantemente alla protezione e trasmissione della cultura tradizionale. Le sue collezioni comprendono stele antiche cinesi, frottage di iscrizioni su metallo e pietra, calligrafia e incisioni sigillari, tutte opere di grande valore storico e culturale. Grazie alla sua profonda comprensione e visione del mondo dell’arte tradizionale cinese, ha svolto un ruolo importante nello scambio culturale globale e nella promozione dell’arte cinese a livello internazionale, contribuendo significativamente alla sua diffusione e prestigio nel mondo.
Un’altra forma di collezione: il valore spirituale dell’Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia
Negli ultimi vent’anni ho assistito al continuo dialogo tra la Cina e l’Italia nel campo dell’arte contemporanea. Dalle mostre alle residenze, dai forum accademici alle collezioni private, questo viaggio artistico che attraversa culture e tempi diversi ha tracciato la mia mappa interiore di collezionista. La pubblicazione dell’Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia, in una forma differente, prolunga, registra e preserva in modo permanente questo dialogo.
Per me collezionare non significa semplicemente possedere un’opera, ma stabilire una relazione con l’arte, con il pensiero e con il proprio tempo. L’Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia costruisce proprio questo tipo di rapporto, in una maniera diversa dalla collezione tradizionale: libera l’arte dalla sua forma materiale e dalla logica di mercato, ridefinendola come una collezione spirituale fatta di parole e immagini. In questo volume, cinquanta artisti cinesi e italiani rispondono, con le proprie opere, alla complessità del mondo contemporaneo: alcuni ricercano le radici spirituali nella memoria e nella storia, altri esplorano nuove lingue visive attraverso la tecnologia e la materia. Le loro opere dialogano tra le pagine, costruendo un museo ideale che attraversa tempo e spazio. Quando sfoglio l’Annuario, ho la sensazione di entrare in uno spazio espositivo senza confini né durata: aperto, accessibile e continuamente interrogabile. Questa “collezione spirituale”, forse più duratura di quella materiale, mantiene viva l’energia dell’arte nella lettura e riconnette il pensiero attraverso le parole e le immagini.
Credo che l’Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia possieda un valore accademico e di ricerca storica unico. Registra in modo sistematico le idee creative degli artisti, le immagini delle opere, i contesti curatoriali e i testi critici, trasformandosi così non in un semplice catalogo di risultati, ma in una storia dell’arte contemporanea in divenire. Per un collezionista, una pubblicazione di questo tipo ha un valore particolare. Le fluttuazioni del mercato e la brevità delle mostre non possono sostituire la longevità del testo accademico. Attraverso l’Annuario possiamo cogliere le direzioni creative degli artisti nel 2024, le vie dello scambio culturale e le risposte teoriche del mondo accademico a tali fenomeni. Questi contenuti rappresentano la base per futuri studi di storia dell’arte e persino di storia del collezionismo.
Ho sempre pensato che un ecosistema artistico maturo debba possedere quattro dimensioni: creazione, critica, collezione e pubblicazione. Se l’artista è il creatore e il collezionista il custode, allora una pubblicazione come l’Annuario è il ponte che li unisce — trasformando l’arte da evento visivo effimero in un sistema di conoscenza trasmissibile.
Le mostre hanno il fascino della presenza, ma anche i loro limiti: tempo, luogo e pubblico. L’Annuario, invece, amplia la dimensione dell’arte, estendendola dallo spazio espositivo a un più vasto orizzonte culturale. La versione cartacea mantiene la tradizione della lettura e del collezionismo artistico; la versione digitale online abbatte i confini geografici, consentendo al dialogo artistico sino-italiano di essere visto e condiviso in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Questa doppia esistenza fa sì che la diffusione dell’arte diventi una presenza continua. Non è solo un’innovazione di linguaggio, ma anche una responsabilità culturale.
Collezionare non è mai un punto d’arrivo, ma un processo di continuità. L’Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia ci mostra che oggi collezionare arte significa collezionare pensiero, cultura e spirito del tempo. Con rigore accademico e durata editoriale, esso sottrae l’arte all’oblio del tempo e la trasforma in conoscenza viva. Ogni Annuario è un nuovo capitolo: raccoglie non solo le opere, ma anche la comprensione e la risposta degli artisti al mondo che li circonda. Nel loro insieme, queste pubblicazioni costruiranno un sistema documentario dell’arte che attraversa il tempo, offrendo a studiosi, curatori e collezionisti una trama storica da cui partire.
Ho sempre creduto che il valore dell’arte non risieda soltanto nell’opera, ma nel modo in cui la guardiamo, comprendiamo e conserviamo. L’Annuario d’Arte Contemporanea Cina-Italia rappresenta, in senso accademico, un vero e proprio atto di collezione culturale: consente all’arte di superare i confini dell’esposizione e di continuare a essere vista, studiata e pensata nel tempo e nello spazio della conoscenza. Per me, una pubblicazione come questa è la più preziosa delle collezioni: non conserva soltanto le opere degli artisti, ma anche lo spirito di un’epoca, la risonanza di una cultura e la continua ricerca della bellezza e del pensiero.